Rubrica "Senza cornice"
di Marco Schaufelberger
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La mostra
Rembrandt: "Incidere la luce"
dal 7 luglio al 7 ottobre 2012
Scuderie del Castello di Miramare, Trieste.
La mostra presenta quaranta incisioni provenienti dalla
Collezione Malaspina, la produzione grafica dell'artista
olandese, (Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Leida,
1606- Amsterdam, 1669), celebre pittore, ma anche
geniale e raffinato incisore, nella sua attività ci ha
tramandato quattrocento quadri, svariati disegni e circa
trecento incisioni.
Spesso è proprio nella tecnica dell'incisione che
Rembrandt esprime il massimo nella lettura psicologica
del soggetto, con una particolare emotività espressa nei
generi che trattano di miseria e vecchiaia, temi cari agli
artisti olandesi, che dopo la guerra dei trentanni, che
mietendo giovani e creando distruzione, di tali soggetti
atrocemente ne ha creati svariate migliaia.
Ma notevole la serie di ritratti e autoritratti, da ricordare:
autoritratto con sciarpa,(1663) autoritratto vicino alla
finestra, (1648)e il ritratto di Jan Six, (1647)
Autoritratto con la sciarpa al collo (1663)
Chi sia stato il maestro delle tecniche di incisione
dell'artista non si sa con esattezza, ma sicuramente
possiamo trovare nella maestria dell'utilizzo della luce il
Caravaggio, (Milano, 29 settembre 1571 - Porto Ercole,
18 luglio 1610) mentre nel gusto dell'incisione anche se
cronologicamente distante Albrecht Dűrer (Norimberga,
21 maggio 1471 - Norimberga, 6 aprile 1528), presente
con tre opere nel percorso della mostra, per dimostrare
l'influenza del maestro tedesco su Rembrandt.
Morte di Maria, Dürer, (1510) e Morte della Vergine,
Rembrandt, (1639)
In mostra anche i capolavori dell'incisione a tema sacro,
come la Morte della Vergine, (1639) e la stampa dei cento
fiorini, (1649 ca.)
"chiamata cosi per l'esorbitante cifra
pagata all'epoca per possederla".
Ed ancora opere enigmatiche per il loro contenuto, come
l'affascinante incisione conosciuta con il titolo Il Faust
(1652 ca.)