Rubrica "Senza cornice"
di Marco Schaufelberger
TEATRO di SAN CARLO
Cavalleria rusticana
Venerdì 13 luglio 2012, ore 20.30
repliche: sabato 14 luglio, ore 20.30
domenica 15 luglio, ore 18.00
martedì 17 luglio, ore 19.00
mercoledì 18 luglio, ore 18.00
giovedì 19 luglio, ore 20,30
Il San Carlo ripropone Cavalleria rusticana, un classico
del melodramma italiano, atto unico di Pietro Mascagni.
Nuovo allestimento firmato dal regista, attore Pippo
Delbono, artista impegnato nella ricerca e nel sociale, al
suo debutto nella regia d'opera.
Pippo Dalbono riconduce sulla scena due dei suoi attori
feticci, Bobò e Pepe Robledo, dando una versione
eccentrica, come spiega lo stesso Dalbono,
"dirompente
anche se nel solco della tradizione realistica, cosi come
un'opera come Cavalleria rusticana, allestita per un
teatro come il San Carlo prevede.
L'atmosfera realistica dell'opera, sarà decontestualizzata
dalla mia presenza in scena.
Una presenza brechtiana o kantoriana, un segno di
lucidità e sobrietà, uno sguardo dall'interno che esalti le
inquietudini e le sfumature dell'animo narrante nelle
vicende di Cavalleria.
Preferisco lavorare sulle persone e non sui personaggi e
seguirli dall'interno della scena, cosi anche i cantanti
possono rivelarsi degli attori di grande intensità e anima
e cantare anche quando non cantano."
Contribuisce alla regia la scena di Sergio Tramonti, esule
dell'allestimento di Cavalleria dell'anno scorso alla Scala.
Tramonti spiega il suo progetto
"La scena è una camera
acustica prospettica, un impianto fisso in legno, intonato
alle caratteristiche planimetriche del teatro, in cui la
dominante pittorica è una sorta di lacca rosso cinabro
bruciato dall'alto e dal basso da scolature e vampate di
nero.
Le sfumature del nero esaltano la passionalità del rosso e
come dicevano i pittori espressionisti lo fanno cantare."
Interessante nelle scene di Tramonti oltre la ricerca attenta
del cromatismo, l'utilizzo delle superfici, mai fini a se
stesse, ma utilizzate come alfabeto materico per esprimere
un linguaggio psichico, non cedendo ad un facile effetto
pittorico, caro alla scena all'italiana.
Sul podio dirige Pinchas Steiberg, costumi di Giusi
Giustino, luci di Alessandro Carletti.
Cavalleria rusticana
Cavalleria rusticana fu la prima opera (1) di Pietro
Antonio Stefano Mascagni, (Livorno, 7 dicembre 1863 -
Roma, 2 agosto 1945) ed è certamente la più nota delle
sedici composte dal maestro.
Il suo successo fu enorme, già alla prima al Teatro
Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, basti pensare che
fino alla morte di Mascagni avvenuta nel 1945, l'opera è
stata rappresentata solo in Italia più di quattordicimila
volte.
Nel 1888 l'editore Edoardo Sonzogno annuncio un bando
per giovani compositori italiani che non avevano fatto mai
rappresentare una loro opera.
I partecipanti dovevano scrivere un'opera in un atto unico,
le tre migliori sarebbero rappresentate a spese dello stesso
editore.
Mascagni ne venne ha conoscenza soltanto due mesi
prima, invito il suo amico poeta e professore Giovanni
Targioni-Tozzetti, che scelse come base per il libretto una
novella popolare di Giovanni Verga, Cavalleria rusticana.
L'opera fu terminata e consegnata il giorno di scadenza
del bando.
(1) L'opera Pinotta data il 1932 fu scritta antecedentemente,
come parte del Guglielmo Ratcliff, dato alle scene il 1895.
La trama
La scena si svolge in una piazza di un paese della Sicilia,
il giorno di Pasqua.
Turiddu canta una serenata a Lola, sua promessa sposa
che durante il servizio militare di Turiddu ha sposato
Alfio.
La piazza si riempie di paesani in festa, fra loro anche
Santuzza, attuale fidanzata di Turiddu, che non si sente di
entrare in Chiesa sentendosi in grave peccato.
Santuzza allora parla con Lucia la madre di Turiddu,
chiedendo notizie di suo figlio.
Lucia dice a Santuzza che Turiddu è andato a comprare il
vino a Francofonte, ma Santa sostiene di aver visto
Turiddu sotto la casa di Lola.
Lucia chiede a Santa di entrare in casa per evitare di farsi
sentire, ma quest'ultima si rifiuta sentendosi disonorata.
La notizia arriva anche ad Alfio che ignaro va a trovare
Lucia.
A questo punto Santuzza svela a Lucia la relazione tra
Turiddu e Lola.
Giunge Turiddu che discute animatamente con Santa;
interviene anche Lola che con Santa si scambiano
ironiche battute.
Turiddu segue Lola, che è sola perchè Alfio lavora.
Santuzza augura a Turiddu la mala pasqua e vedendo
arrivare Alfio, gli denuncia la tresca della moglie.
Dopo la messa, Turiddu offre vino a tutti per rimanere con