Rubrica "Senza cornice"
di Marco Schaufelberger
Caravaggio incontra la luce
Nuovo progetto di illuminotecnica all'altare
maggiore, le "Sette opere di misericordia"
Visite guidate al complesso del "Pio Monte della
Misericordia"con una nuova illuminotecnica all'altare
maggiore.
Domenica 15-22-29 luglio
Dal 27 giugno il Pio Monte della Misericordia ha acceso
nuove luci sulla pala d'altare del Caravaggio, vero
manifesto programmatico della confraternita.
Il nuovo impianto finanziato da Enel Spa. e realizzato da
Enel Sole, migliora la lettura dell'opera di Caravaggio,
opera a tinte brune, ricca di particolari difficilmente
leggibili con un'illuminazione tradizionale.
Il sofisticato sistema illuminante e formato da proiettori a
led di ultima generazione da 14W, regolabili nell'intensità
e in assoluta assenza di emissioni di raggi UV e IR
(responsabili del degrado delle sostanze organiche
contenute nella tela e nei colori), possedendo inoltre un
alta resa cromatica ed un alto risparmio energetico.
L'opera è pienamente godibile nei suoi simboli e nel suo
impatto visivo cromatico.
Appuntamento presso la biglietteria del Pio Monte della
Misericordia alle ore 09,45 e 11,45.
Prenotazione obbligatoria (gruppo max 30 persone,
minimo 10 persone), durata 1 ora circa.
Tickets, euro 5 comprensivi di visita guidata e ingresso al
Pio Monte della Misericordia, Chiesa e quadreria.
Per info e prenotazione obbligatoria, Pio Monte della
Misericordia Via dei Tribunali, 253- Napoli.
Tel. 081-446944 - 081- 446973 fax 081-445517
E-mail segreteria@piomontedellamisericordia.it
Le Sette opere di misericordia
Un ipotesi filologica della
luce nell'osservare l'arte
Per una volta cerchiamo dopo la visita, di osservare le
sette Opere con la luce naturale.
Fondamentale e giusta l'illuminazione elettrica, ci facilita
nell'osservare, prendere dettagli poco leggibili, tutto
scientificamente ortodosso, ma non filologico.
Che queste lodevoli iniziative si moltiplichino, senza però
il pericolo di non osservare, capire profondamente l'opera,
senza trasportarla in una passerella di moda, l'arte è
immutabile, non soggetta alla moda dei tempi.
Sei anni prima che il Caravaggio inizi il manifesto visivo
del Pio Monte della Misericordia, la luce più forte che si
vide in occidente in quel periodo storico fu in Campo dei
fiori, il rogo di Giordano Bruno.
Siamo in piena controriforma, il barocco è luci e ombra,
non solo luce.
Il nostro pittore scappa da Roma con una condanna a
morte per l'omicidio di Ranuccio Tomassoni avvenuta il
28 maggio 1606, si rifugia nella sua amata Napoli,
considerata il paradiso dei diavoli.
A Napoli frequenta la cantina dello Cerriglio, immortalata
da Gianbattista Basile "Egloga III De lo cunto de li cunti",
dove prenderà spunto per le Sette opere di misericordia,
uno dei massimi capolavori del Caravaggio, ma
sicuramente il più "teatrale".
Nel 1608 viene in questa taverna riconosciuto e sfigurato
dai sicari dell'Ordine di Malta, continua la fuga disperata
che lo porterà a morire come un naufrago, nella tempesta
della sua vita, abbandonato senza più niente su di una
spiaggia a Porto Ercole nel 1610, accecato dal sole,
inseguito dalle tenebre, solo nella luce.
Perdonatemi se preferisco guardare a luce naturale, tutto
e giusto e perfetto, i tempi ci impongono una visione
totale, come se perdendo un particolare avessimo perso
l'opera, ma amo sforzarmi un po di più, vedendo il più
possibile quello che vedeva l'autore, le luci ma anche le
ombre che hanno segnato la nostra storia.