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Senza cornice
di Marco Schaufelberger
Don Juan
Il Teatro di San Carlo presenta al Teatrino di
corte di Palazzo Reale di Napoli un Don Juan
al femminile
Martedi 25, mercoledì 26 e giovedì 27
settembre 2012 alle ore 20 e 30
Il Teatro di San Carlo presenta nella manifestazione
"Ottobre Danza 2012" presso il suggestivo Teatrino di
Corte di Palazzo Reale di Napoli in prima assoluta il
balletto Don Juan, la nuova creazione del coreografo
Massimo Moricone.
Il nostro Don Juan al femminile la Savignano dichiara:
"
E' per me del tutto insolito danzare un ruolo del genere,
ed è stata per me una grande sfida; ma credo che le sfide
costituiscano un fattore indispensabile per la crescita di
un artista.
Lavorare con Massimo Moricone poi è stata
un'esperienza positiva e completa per la sensibilità e la
varietà del suo linguaggio coreografico."
Spiega Massimo Moricone il suo Don Juan:
"Le scene di seduzione, si alternano a momenti di azione
e di grande tensione quali il duello o il ballo, o nella
suggestiva apparizione del Convitato di Pietra che
trascinerà il suo assassino alla morte.
Don Juan si risveglierà in un aldilà dove tutto è declinato
al femminile, uno spazio orfico in cui intraprenderà una
iniziazione che lo restituirà alla vita, proprio come un
nuovo Orfeo a cui è data un'unica possibilità:
trasformarsi in lei."
Sul palco, insieme alla famosa étoile Savignano, saliranno
il primo ballerino ospite Alessandro Macario nel doppio
ruolo di Leporello e Ade, il Corpo di Ballo del San Carlo
preparato dalla direttrice Alessandra Panzavolta, che in
questa opera da il meglio di se, pensando anche al
movimento e alla diversità coreografica di Moricone, il
chitarrista Osvaldo Di Dio nei panni di Orfeo, che userà
varie forme di chitarra e generi diversi va un bravo e gli
allievi della Scuola di Danza del Teatro San Carlo diretta
da Anna Razzi un simpatico bravissimo, "per maltrattarli"
aspettiamo il diploma del VIII anno.
Nell'insieme un'opera da vedere, gustare e ricordare,
speriamo di riavere a Napoli il maestro Moricone con
altre proposte, sicuramente interessanti.
La Scena
Le scene belle, essenziali, intelligenti e ricche di
contaminazioni visive.
La lezione del novecento è servita almeno in questa
operazione visiva a non farci assistere alla solita scena
tridimensionale, con inserti pittorici di un'inutile
eloquenza artigianale, citando San Francesco:
" Chi usa le
mani è un' operaio,chi usa le mani e la testa è un
artigiano, chi usa le mani, la testa e il cuore è un'artista."
Qui è stato usato il cuore, forse un po eccessivo l'uso del
fumo, ma lo stringere il sipario rendendo la canonica
lettura scenica orizzontale in verticale è gustosamente
artistica, la scena delle furie rende perfettamente la
contemporaneità, l'arte che fluisce non cristallizzandosi,
non morendo nelle pareti di un teatro, ma uscendo,
esondando di vita propria il resto, ecco questa è arte,
senza cornice, senza museo e senza limiti.
Corona questa esondazione la scena finale, Don Juan
ritorna in vita, donna e in mezzo alla platea, la coreografia
diviene scena e letteratura.
I video che ritraggono i personaggi sono narcisistici, ma
lo stesso Don Juan dove pecca? Casanova oltre ad essere
reale non prende mai una lista delle sue donne, donne
amate da un libertino, ma amate è non collezionate!
Mentre i video della periferia industriale di Roma
diventano le periferie industriali internazionali, Don Juan
per sopravvivere a se stesso deve reincarnarsi in una
donna, lasciare le corti di Napoli, Spagna ecc. trovando
forse rifugio in un post industriale, i tempi cambiano.
Per fortuna anche la scena.